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mercoledì 14 aprile 2021

UNA VICENDA CHE CONFERMA QUANTO INADEGUATA SIA LA SCUOLA ITALIANA (NON E’ SOLO VOCE DI POPOLO, MA BASTA GUARDARE I NUMERI)

SCENARIO


di Maria Lanzetta

Di fronte a questa triste e sgradevole vicenda, alcuni docenti prendono le distanze, altri non ci vedono niente di così grave, e questa cosa mi lascia esterrefatta. Credo che l'episodio sia stato estremamente umiliante per la studentessa, ma altrettanto offensivo verso chi il mestiere del docente lo fa con dedizione e impegno! Il problema è che alcuni docenti – sottolineo alcuni - ne fanno una questione di "non essere presi per i fondelli dagli studenti", invece di preoccuparsi davvero delle possibili lacune dei propri allievi. Ma cosa potevamo aspettarci da una didattica sedicente "digitale," ma che di fatto non è altro che la scuola italiana vecchia, bacucca – rimasta praticamente uguale dalla Riforma Gentile -, che si pretende di trasferire su strumenti digitali mediocri e non a disposizione di tutti? Ovvio che sia un totale fallimento! Se i ragazzi copiano, cari docenti, è colpa di una scuola che non è capace di stimolarli a uno studio critico, se non con la minaccia del voto.

Egregi insegnanti, ditemi, che merito avete verso quegli allievi bravi e volenterosi di natura? Qual è il vostro valore aggiunto? Perché i ragazzi copiano e adottano tutte le più improbabili e scorrette strategie, per ottenere un bel voto? Perché questo è il modello che viene proposto dalla nostra scuola: sei bravo ti premio, sei svogliato ti punisco!

Mentre il mondo evolve, la scuola continua ad affermare la sua autorità dietro la roccaforte delle sue cattedre, promozioni, bocciature e debiti. Debiti per i quali la scuola non fa altro che offrire due settimane di corsi di recupero, per un paio di ore a materia, con la conseguenza che le famiglie devono ricorrere alle fatidiche “lezioni private”, ovvero il secondo lavoro di molti docenti per arrotondare lo stipendio, o il lavoro di docenti in pensione, il tutto con incassi rigorosamente a “nero”, per poi arrivare a settembre e farsi il segno della croce!

Ma perché non vi ribellate VOI docenti, pretendendo di rinnovare scuola e metodi di apprendimento? Ma perché non siete voi a dire BASTA alle noiose lezioni frontali, ancor più se erogate davanti a uno schermo? Dovreste essere voi a rivendicare la DIGNITA' del vostro lavoro, un mestiere difficile e delicato, mortificato e sminuito da una sistema scolastico vecchio, obsoleto, defunto.

Nella nostra presunzione, noi italiani ci vantiamo di avere una scuola "di qualità", se paragonata ai sistemi scolastici nel resto del mondo, ma poi i dati e i numeri dicono un'altra cosa: dall’ultimo report triennale del PISA (Programme for International Student Assessment), quello del 2018, la scuola italiana non ne esce affatto bene … dubito che avremo risultati migliori in quello del 2021, con lo scempio cui abbiamo assistito in quest’ultimo anno e mezzo!

Allora perché non aprire gli orizzonti e provare a ispirarci ad altri modelli di scuola nel mondo?


venerdì 9 aprile 2021

SOFA’ GATE: IL VERO SCANDALO NON E’ ERDOĞAN MA CHARLES MICHEL!

SCENARIO


di Maria Lanzetta

In questi giorni nelle reti del web, tra social e media, e sui vari canali TV si fa un gran parlare del grave sgarbo subito dalla presidente della commissione europea, Ursula Von Der Meyen,  durante l’ incontro ufficiale fra Unione Europea e governo turco. Come è noto, all’inizio dell’incontro, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, è rimasta senza un posto dove sedersi, dal momento che le uniche due sedie disponibili venivano occupate dal presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, e dal presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan.

Una cafonata che si commenta da sola e che rimarrà negli annali della storia!

Non grido allo scandalo circa il comportamento di Erdoğan, presidente e dittatore –, misogino e sessista -,  che con un decreto firmato lo scorso 20 marzo, ha fatto in modo che la Turchia revochi la propria partecipazione alla Convenzione di Istanbul, sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, quando  il 14 marzo 2012 era stata invece il primo Paese a ratificarla!

Di cosa possiamo stupirci? Non ci siamo certo dimenticati che l’attuale governo turco ha permesso la morte di  Ebru Timtik , l'avvocata turca di 42 anni, che chiedeva semplicemente una cosa: processi equi! Aveva iniziato uno sciopero della fame  nel febbraio 2020 ed è morta, dopo 238 giorni, in un carcere di Istanbul, dove è stata detenuta ingiustamente per 18 mesi, con l'accusa di legami con il Fronte Rivoluzionario della liberazione popolare (Dhkp), un gruppo considerato terroristico da Ankara.

Allora, amaramente non mi meraviglio del comportamento di una personalità gretta e maleducata come Erdoğan,  che riserva una “cafonata” inenarrabile ad una bella signora bionda, dalla personalità forte e decisa, che copre un ruolo istituzionale di grande prestigio, elegante nel suo pantalone a sigaretta nero e giacchino bordaux!

Quindi niente di strano che Erdoğan, a sfregio, fa disporre solo due sedie per lui e Michel, lasciandole un posto su un divano a oltre 3 metri di distanza, di fronte al ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, che però, secondo il protocollo diplomatico, ricopre un ruolo inferiore a quello della Presidente della Commissione Europea, proprio a voler rimarcare la posizione di “inferiorità” della Von der Meyen, in quanto donna!

Quello che io ho trovato gravissimo e sorprendente è invece il comportamento, altrettanto villano – se non peggio -, del presidente Charles Michel, che non avrebbe mai dovuto accettare un oltraggio di questo genere alla Von der Meyen. 

La sua fretta nell’accaparrarsi la poltroncina è stata patetica e imbarazzante … manco si giocasse al gioco musicale della sedia– un classico delle feste dei bambini! –.

Charles Michel avrebbe dovuto cedere, senza un minimo di esitazione, la sua sedia alla Von Der Meyen, non tanto per un gesto di galanteria verso una donna, ma come gesto simbolico di disapprovazione verso la cafonata di Erdoğan e di totale solidarietà verso la sua collega.

Il comportamento di Charles Michel,  presidente del Consiglio Europeo che ha tra i temi più caldi quello delle pari opportunità, nato in Belgio, ovvero un paese del Nord Europa culturalmente sempre molto avanti sulle politiche di parità di genere, è stato una tangibile conferma che nel 2021 siamo ancora lontani anni luce dal riconoscere la donna totalmente pari all’uomo, anzi  - se vogliamo essere obiettivi-  in molti casi superiore!

lunedì 29 marzo 2021

VACCINI: PERCHÉ MAI DARE PRIORITÀ AI MAGISTRATI ? CHE SI ACCELERI INVECE LA CAMPAGNA VACCINALE NELLA GRANDE DISTRIBUZIONE!

SCENARIO

di Maria Lanzetta

In questi giorni sui media si fa un gran parlare circa la questione dei vaccini ai magistrati, i quali sembrerebbe che abbiano dato un aut-aut al governo, con la pretesa di essere vaccinati prima di altri.

Bene, nella mia semplicità, io mi chiedo perché mai questa categoria di lavoratori dovrebbe avere la priorità sul vaccino rispetto altri? Intendo dire: a parità di utilizzo di dispostivi di protezione (mascherine, disinfettanti, guanti, etc) e a parità di adozione di misure di sicurezza (distanziamento,  igienizzazione dei locali e di strumenti di lavoro, etc), che differenza c’è tra il “mestiere” del magistrato e quello,  per esempio, di un dirigente aziendale? Di un dipendente pubblico o privato? Di un libero professionista, come l’avvocato o il commercialista che riceve nei proprio studio le persone più disparate? Senza poi parlare degli operai che lavorando alle catene di produzione!

Tutta questa discussione in questi giorni non fa altro che avallare l’opinione diffusa - giusta o sbagliata che sia – che i magistrati rappresentino una casta, un categoria privilegiata e tendenzialmente intoccabile!

Non sarebbe più prioritario piuttosto accelerare la campagna vaccinale per tutto il personale che lavora nei supermercati, nella grande distribuzione e nei negozi alimentari, visto che rimangono aperti tutti i giorni per tutto il giorno anche in “zona rossa”, trattandosi di esercizi commerciali di “beni essenziali”?

Non è difficile immaginare quanto di più quest’ultima categoria sia esposta al rischio Covid, rispetto ad altre, malgrado  l’utilizzo di mascherine, sanificatori, guanti, etc! Abbiamo idea della quantità di persone con cui questi lavoratori debbano interagire ogni giorno e quanto materiale siano costretti a maneggiare tra prodotti, imballi, soldi e quant’altro?

E allora mi verrebbe da dire - pazienza se scado in una banale demagogia - che si mettano in fila i magistrati e aspettino il proprio turno, così come lo sta facendo pazientemente  la maggior parte di noi.

Non siamo ai banchi di check-in dell’aeroporto, dove si accede alla “priority lane” solo perché si è in possesso di un biglietto in business class!

lunedì 22 marzo 2021

IL RUOLO DEL DOCENTE SECONDO PAPA FRANCESCO

SCENARIO

Dedicato a tutti i docenti credenti, atei, agnostici, di tutte le religioni o di nessuna.
Non aggiungo nessun commento, perché sarebbe superfluo!





martedì 9 marzo 2021

LA STANZA DEGLI ABBRACCI – LO SPOT PER LA CAMPAGNA SUI VACCINI DI TORNATORE

SCENARIO


di Maria Lanzetta

“La stanza degli Abbracci”, così si chiama il primo spot, firmato Giuseppe Tornatore, per la campagna sui vaccini, a quanto pare dovrebbero seguirne altri tre.

Premesso che adoro Tornatore e mi piacciono tutti - e sottolineo tutti - i suoi film,  questo spot proprio non mi va giù e non nascondo che tutte le volte che veniva trasmesso – adesso è un po’ che non si vede più – mi irritava.

Innanzitutto ritengo sia poco efficace nella comunicazione: la gente ci ha messo un po’ per comprenderlo,  per capire che il messaggio voleva essere in parole povere “Vaccinati, così non ci saranno più barriere per i nostri abbracci”.

Poi, se lo scopo era quello di convincere i “no-vax” e gli scettici del vaccino, questo spot, dal mio modesto punto di vista, non aiuta a sciogliere i dubbi, non fornisce delle risposte a eventuali domande che qualcuno si pone, i punti interrogativi rimangono irrisolti.

La frase “I dubbi aiutano” dell’anziana signora mi sembra buttata là senza una sua evoluzione, ancora peggio l’esortazione che questa rivolge alla giovane (nipote o figlia?) “Devi volerti bene”, ma non viene spiegato in che modo “ci si debba voler bene”, per gli scettici del vaccino “volersi bene” potrebbe anche consistere nel non vaccinarsi!

Ancora, verso la fine l’anziana dice: “Ci vediamo ancora?”, la ragazza risponde: “Certo che domande” … a questo punto mi viene da chiedere: “Quindi, ti vaccini?” nessuno lo sa, intanto però le barriere vanno via e la signora si toglie la mascherina, mentre la giovane se ne va con tutti i suoi dubbi.

Ecco, non siamo in una sala cinematografica, usciti dalla quale ci si confronta sul contenuto del film, sul  messaggio “recondito” che questo vuole mandare, sull’interpretazione più o meno soggettiva degli spettatori. Un spot finalizzato a incoraggiare fortemente qualcuno a fare qualcosa, secondo me deve essere chiaro, incisivo, immediato e non deve lasciare spazio alle interpretazioni personali.

Se poi si voleva puntare sulla parte emotiva ed empatica dello spettatore, sempre a parer mio, di fatto rimane un senso di angoscia, di evanescenza e di ambiguità … di irrisolto.

Detto questo, appena me lo consentiranno andrò volentieri a vaccinarmi  con e senza spot, e continuerò a vedere i film di Giuseppe Tornatore, perché quelli sì che sono belli!

vedi lo spot qui

mercoledì 3 marzo 2021

UN PICCOLO, SEMPLICE GESTO ... UNA GRANDE EMOZIONE!

SCENARIO

di Maria Lanzetta

Quando un figlio chiede 10 euro alla mamma, prima di uscire con gli amici - magari per andare a bighellonare in piazza -, non necessariamente li spende per andare al McDonald … e allora non sono mai veri i luoghi comuni sugli adolescenti di oggi, di ieri e di domani.

Ogni figlio è una poesia” dice Massimo Recalcati,  e serba dentro di sé sempre qualcosa di sorprendente che tirerà fuori quando meno te lo aspetti!









mercoledì 3 febbraio 2021

TRE ESEMPI DI VOCI “SCOMODE AL REGIME”, DA METTERE A TACERE IN QUALSIASI MODO E CON QUALSIASI MEZZO

SCENARIO

di Maria Lanzetta

Nel giorno in cui viene comunicata ufficialmente dalle autorità giudiziarie la proroga della carcerazione per altri 45 giorni di Patrick Zaki - per l’undicesima volta dall’arresto del 7 febbraio 2020 -, con sgomento e angoscia mi soffermo a riflettere su come spesso si sia totalmente impotenti di fronte ad abuso di potere, libertà arbitrariamente negata, democrazia uccisa, ingiustizia legalizzata

Patrick Zaki, un anno fa, veniva arrestato presso l’aeroporto del Cairo da alcuni agenti dei servizi segreti egiziani, mentre rientrava a casa per una breve vacanza. L’accusa? Aver tentato  - addirittura - di voler rovesciare il regime al potere, oltre a ad aver scritto la sua tesi di master sull'omosessualità, master che stava svolgendo con successo presso l’Università di Bologna. Questo perché in realtà? Facciamo un salto indietro: in occasione delle elezioni presidenziali egiziane del 2018, Patrick Zaki era stato uno degli organizzatori della campagna elettorale di Khaled Ali, avvocato ed attivista politico impegnato nella difesa dei diritti umani, denunciando il clima di intimidazione imposto dal governo egiziano.
Zaki, inoltre, aveva fatto parte dell'associazione per la difesa dei diritti umani Egyptian Initiative For Personal Rights. 
Patrick soffre di asma e, secondo il suo avvocato – e non stento a crederlo a questo punto - è stato bendato e torturato per 17 ore consecutive con colpi allo stomaco, alla schiena, e con scariche elettriche inflitte dalle forze di sicurezza egiziane. Oltre ad essere stato interrogato circa la sua permanenza in Italia, sul suo presunto legame con la famiglia di Giulio Regeni e sul suo impegno politico, e stato anche minacciato di stupro … se mai un giorno dovesse venire fuori vivo dal carcere, come ne uscirà? 

Ancora, questa mattina mi soffermo inoltre a guardare il servizio del TG  su Alexei Navalny,  condannato a 3 anni e 5 mesi di carcere da un giudice del tribunale distrettuale Simonovsky, riunitosi per l'occasione presso la sede del tribunale di Mosca. Viene, per giunta, accolta la richiesta del Servizio Penitenziario Federale di convertire la pena sospesa in detenzione reale, a causa della presunta violazione dei termini della libertà vigilata!

Mi vengono gli occhi lucidi nel vedere lo sguardo dolce e rassicurante che lui rivolge alla moglie, dopo la pronuncia della sentenza, mentre sulla vetrata della cella e con un gesto delle mani traccia un cuore.
Alexei Navalny è un attivista, politico e blogger russo ed è fra i più noti critici del presidente Vladimir Putin. Leader del partito Russia del Futuro e presidente della Coalizione Democratica, non ha mai fatto mistero di essere fermamente convinto che la Russia dovrebbe trovare un modus vivendi con i Paesi occidentali. 
Lo ricordiamo tutti che lo scorso 20 agosto Navalny  ebbe un gravissimo e misterioso malore da intossicazione, durante un volo da Tomsk a Mosca: l’unica cosa che quella mattina aveva ingerito era stato un tea preso al Vienna Cafè, un bar all’interno dell’aeroporto di Tomsk, prima di salire a bordo dell'aereo. 
Dopo un atterraggio di emergenza venne ricoverato presso l'ospedale di Omsk (Siberia) e lì fu trattenuto per circa 2 giorni, nonostante un aereo dalla Germania fosse pronto per trasportarlo subito al Charité Hospital di Berlino. 
All’Ospedale di Omsk avevano temporeggiato a lungo, dicendo che Navalny non era trasportabile e, solo dopo alcuni giorni, diedero il permesso per il trasferimento in Germania, dove dichiararono che Navalny era stato avvelenato con l’agente nervino Novichok. Lo stesso agente che in precedenza aveva chiuso la bocca definitamente a diverse persone, che si erano dimostrate in opposizione al regime russo. 

Riflettendo su queste due vicende, il mio pensiero va poi alla cinese Zhang Zhan, ex avvocato, diventata successivamente giornalista-cittadina, condannata di recente, a 4 anni di carcere per aver diffuso notizie sull'epidemia di Covid-19 da Wuhan. La sentenza del tribunale di Shanghai, maturata dopo una breve udienza, ha motivato la colpevolezza per aver "creato contrasti e provocato problemi", a seguito delle sue segnalazioni di diverse fatti strani legati a questa "misteriosa polmonite " nella città focolaio del virus.

Zhang Zhan, era già detenuta in carcere dallo scorso maggio con l’accusa iniziale di aver «inviato false informazioni tramite testo e video, attraverso piattaforme come WeChat, Twitter e YouTube».

I suoi reportage da Wuhan si erano fatti notare, perché Zhan era stata tra i primi a dire che qualcosa non andava nella gestione della lotta al virus. Successivamente aveva poi dichiarato apertamente che il Governo aveva taciuto molte informazioni importanti su questa grave infezione da Coronavirus, che poi avrebbe determinato la diffusione di una pandemia planetaria, in cui purtroppo ancora oggi siamo tutti dentro, con tutto quello che fino ad ora ha comportato.
Al momento della sentenza Zhang Zhan era in condizioni di salute preoccupanti, a causa dello sciopero della fame, iniziato a giugno, che ha portato alla alimentazione forzata tramite un sondino nasale. 
E sempre oggi, di fronte all’ennesima caduta di un altro governo, penso, malgrado tutto: “Ma quanto siamo privilegiati noi che, ai giorni nostri, viviamo in un Paese, in cui possiamo parlare ed esprimerci liberamente?” 

…Vi prego non mi venite a dire che forse c’è anche troppa democrazia in Italia o per lo meno, prima di farlo, fatevi due chiacchere, se ci riuscite, con Patrick, Alexei e Zhang

domenica 10 gennaio 2021

LA SCUOLA AI TEMPI DEL … VENTUNESIMO SECOLO

SCENARIO

di Maria Lanzetta

In questi  giorni c’è un gran fermento tra genitori, studenti e insegnanti sul prolungarsi estenuante della DAD. Come genitore, sono preoccupata e perplessa sullo stato delle cose della nostra scuola e indubbiamente, come molti altri genitori, mi sto facendo tante domande: come impatterà tutto ciò sul futuro dei nostri figli? Cosa ne sarà della loro formazione? Come colmeranno tutte le lacune di questo periodo?

Tuttavia, ritengo che forse dovremmo fare un gran respiro, prenderci un attimo di riflessione e non farci sopraffare dal panico. Sono perfettamente consapevole che la DAD alla lunga sia devastante per tutte le criticità che ogni persona di buon senso, - che sia genitore, docente, studente e non – è in grado di evidenziare.
Ma non perdiamo di vista un punto fondamentale: in questa contingenza la DAD è l'alternativa al niente!
Immaginate se questa terribile pandemia fosse avvenuta non dico secoli fa, ma banalmente negli anni '80 e '90, quando tutte le attuale tecnologie digitali non esistevano: si sarebbe fatto di necessità virtù. Durante le seconda guerra mondiale, nel 1943 gli esami di maturità furono cancellati: Andrea Camilleri non ha fatto gli esami di maturità e sappiamo tutti che cosa è diventato. Questa ovviamente è una provocazione! Non tutti i nostri figli diventeranno Andrea Camilleri, ma voglio sperare anche che le lacune che, ahimè, stanno accumulando ora, non saranno quelle a scrivere il futuro dei nostri ragazzi. Avranno modo di recuperare con il tempo quello che stanno perdendo ora: hanno una vita davanti, se Dio vuole!
Piuttosto forse è arrivato il momento che la scuola italiana si "svecchi" un po' e, magari, questo disastro può essere l'occasione per ripensare la scuola con nuovi programmi, nuove metodologie e nuovi strumenti.

E’ evidente che una metodologia di insegnamento italiana molto tradizionale, con i suoi pregi e i suoi difetti, mal si presta ad essere trasferita a pie’ pari su delle piattaforme digitali. Inevitabile quindi che si arrivi al paradosso, da una parte, degli studenti che partecipano alle lezione in pigiama, sdraiati sul letto, che copiano durante le verifiche e si fanno suggerire durante le interrogazioni, e dall’altra, dei docenti frustrati che non sanno se i ragazzi stanno seguendo oppure no, se le verifiche e le interrogazioni fatte bene siano “farina del proprio sacco”. Senza poi parlare di situazioni bizzarre che rasentano il comico di certi studenti che, se sono impreparati durante un’interrogazione, diranno che hanno problemi di audio o di collegamento – e magari spesso è anche così! -, e di insegnanti che, esasperati da questo “andazzo”,  ricorrono a metodi drastici del tipo: “mentre rispondi, fissa lo schermo e non distogliere lo sguardo!”, oppure durante l’interrogazione: “alzati in piedi e tutti gli altri si scolleghino”; addirittura leggende metropolitane narrano di professori che durante le interrogazioni fanno tenere gli occhi chiusi. Le ragazze poi devono avere i capelli legati perché potrebbero nascondere le cuffiette attraverso cui potrebbero ricevere i suggerimenti dai compagni.
Tutto questo è grottesco!
Ma, lasciatemi dire, il problema non è la DAD, piuttosto è l’approccio didattico attuale che forse non è più adeguato, che sia in digitale o “in presenza”: una metodologia basata sulla contrapposizione studente/docente, “sei bravo e studioso, ti premio”, “sei svogliato e non ti piace studiare, ti punisco”. Non può più funzionare così, perché il mondo non deve funzionare così e la scuola, oltre ad erogare nozioni, ha il compito fondamentale di educare i nostri figli a stare al mondo in un contesto sociale, economico e culturale variegato.
Oggi abbiamo bisogno di una didattica fondata sull’interazione, sulla collaborazione, sul confronto e sul reciproco rispetto: solo così insieme alla cultura la scuola può trasmettere anche valori come etica, onestà intellettuale, integrità, rispetto e sostenibilità. E che ciò avvenga sia “in presenza”, sia sfruttando tutte le tecnologie che l’innovazione continua ci mette a disposizione!
Doveva arrivare questa pandemia planetaria, per far capire quanto la scuola italiana sia indietro e inadatta rispetto all’utilizzo delle varie piattaforme digitali nella didattica? E se, da una parte, abbiamo avuto tanti docenti “sul pezzo” che hanno fatto di tutto e di più perché la “migrazione” sul digitale della scuola avvenisse quanto più rapidamente possibile e nel modo più indolore e migliore possibile, ci sono stati altrettanti insegnanti – a parità di stipendio - che si sono fatti cogliere completamente impreparati e inadeguati, quasi come se non si fossero accorti in tutti questi anni, seduti dietro la roccaforte delle loro cattedre, che il mondo stava cambiando.
Allora viva la scuola in “presenza”, viva la scuola digitale, ma soprattutto viva una scuola nuova che sia in grado di preservare la propria storia e la propria cultura ma che sia capace, al contempo, di rinnovarsi.
Pensando quindi alla nostra scuola ai tempi del Covid, mi viene in mente una citazione di Albert Einstein “nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità”!

venerdì 8 gennaio 2021

DAL COVID ALL' ASSALTO A CAPITOL HILL

SCENARIO

di Maria Lanzetta

Non c’è poi tanta differenza con il Golpe in Cile di Pinochet nel 1973 ... oppure con la marcia su Roma dei fascisti, e per "par condicio" con la Rivoluzione Russa nel 1917!
La violenza del 6 febbraio è un dato di fatto ed è sotto gli occhi di tutti: è una prova terribilmente tangibile e sanguinosa di come la democrazia sia in pericolo.
Ora, al di là di ogni valutazione sul suo operato in questi 4 anni, Trump ne è stato responsabile in prima persona, perché pur volendo credere alla sua buona fede per cui forse non intendeva arrivare a questo punto, lui non è stato in grado di passare ai suoi sostenitori un messaggio equilibrato, e il suo rifiuto a riconoscere una sconfitta, sbattendo capricciosamente i piedi, ha stimolato in modo perverso le menti di tante persone deboli, fragili e squilibrate.
Intanto questi esaltati sono scesi in campo, hanno ucciso, si sono fatti uccidere e arrestare e lui se ne è stato seduto comodamente in poltrona a dire "no, ragazzi, così non si fa, adesso andate tutti a casa ...". Ma che razza di uomo è? Ma ce l'ha un minimo di dignità? Se fosse un uomo degno di essere chiamato tale, avrebbe dovuto prendersi in toto la responsabilità di quanto accaduto, risponderne penalmente in prima persona e andarsene seduta stante.
Il 2021 sta nascendo sotto una cattiva stella: la totale negazione della democrazia ... e non provate a dirmi che queste riflessioni siano espressione di populismo!
Sono scioccata, schifata e spaventata: non si tratta dì essere di sinistra o destra, pro Biden o pro Trump, ma di essere in un mondo civile e non in una jungla o nel far west!
Dal Covid alla rivolta di Trump ... che abbiano ragione i Maya sulla fine del mondo?



martedì 21 aprile 2020

DAD, SMART LEARNING E SMART WORKING

SCENARIO

di Maria Lanzetta

Leggendo questo articolo, mi rendo conto che la polemica sterile e gratuita è insita nel DNA dell'italiano medio.

Sono mamma di due adolescenti bolognesi: uno che frequenta il Liceo Scientifico Augusto Righi e il secondo l’ultimo anno delle scuole medie Guinizelli-Carracci dell’Istituto Comprensivo 8. Come sappiamo i ragazzi emiliani, come quelli lombardi, hanno vissuto il loro ultimo giorno di scuola, in senso fisico, esattamente 2 mesi fa: l’ultima volta che sono entrati nelle loro aule è stata il 22 febbraio. Non considerando la prima settimana che sembrava un provvedimento temporaneo, immediatamente i docenti dei miei figli si sono attivati per poter far fronte a questa emergenza: certo inizialmente con qualche difficoltà, con soluzioni improvvisate, facendo appello alla propria creatività e libera iniziativa, poi in modo più strutturato, avvalendosi delle numerose piattaforme di condivisione che la tecnologia del secondo millennio ci mette a disposizione.
Al liceo scientifico Righi il corpo docente, il consiglio di istituto e ovviamente il dirigente si sono dati da fare prontamente per stabilire modalità di lezione, di esecuzione di verifiche e interrogazioni on-line e si sono preoccupati di allinearsi con le famiglie; addirittura c’è chi ha dato anche la propria disponibilità per fare ricevimento “virtuale” con i genitori.
Alle scuole medie Guinizelli – Carracci e, in generale, all’interno di tutto l’Istituto comprensivo 8 (di cui fanno parte anche le scuole elementari Bombicci, citate nell’articolo), è avvenuta più o meno la stessa cosa; qui inoltre, il consiglio di Istituto coordinato dalla dirigente, utilizzando i fondi stanziati dal governo, si è dato da fare, in modo tempestivo, per acquistare tablet e dispositivi da mettere a disposizione di quei ragazzi meno abbienti, in gran parte già consegnati, oltre a supportare gli stessi con le spese per un utilizzo potenziato del WIFI.
E questo credo avvenga in molte scuole italiane.
Per cui in questo momento, oltre a fare un enorme applauso a medici e paramedici, io vorrei dire grazie anche ai molti docenti e dirigenti che si stanno dando un gran da fare per garantire una continuità scolastica ai nostri figli.
A quegli insegnanti, se mai ci dovessero essere (come riporta questo articolo per bocca di sparuti genitori), che ritengono di fare didattica a distanza “solo se vogliono”, vorrei ricordare che loro comunque lo stipendio lo percepiscono in ogni caso, a dispetto di tutti quei lavoratori che sono in cassa integrazione, che devono utilizzare le proprie ferie per un’astensione forzata dal lavoro e, soprattutto, a dispetto di chi il lavoro lo ha perso!



giovedì 12 marzo 2020

IL CORONAVIRUS OLTRE IL BUSINESS

SCENARIO

di Maria Lanzetta

Se pensiamo a tutte le rivoluzioni scientifiche e tecnologiche di quest’ultimo millennio, sembrerebbe davvero che l’uomo sia in grado di dominare l’universo: dalle rivoluzioni nel campo medico, all’ esplorazione nello spazio, la robotica, l’IOT, l’elenco sarebbe davvero lungo. Poi un giorno arriva un microessere, battezzato COVID-19 e paralizza il pianeta, mette spietatamente l’uomo di fronte ai propri limiti, in un’epoca in cui tanti di noi sono presi da manie di onnipotenza. 

Business plan, obiettivi, gantt, grafici e proiezioni in questo nuovo scenario perdono completamente di valore, gridando in tutta la loro inconsistenza, che non tutto è nelle nostre mani, per quanto ci si consideri efficienti e performanti
Molti di noi, in questa frenetica corsa dietro al business, ai guadagni, ai numeri, hanno completamente perso il senso della misura, dell’etica e hanno totalmente abdicato alla capacità di guardare oltre, arroccati sulle proprie certezze, con la propria presunzione e arroganza. 
Poi è arrivato un virus, non contemplato nei nostri business plan, nei nostri forecast e nei nostri grafici e ci ha messo tutti con le spalle al muro. Tutti indistintamente, manager e subordinati, ricchi e poveri … fighi e sfigati
Senza scadere in una retorica scontata, senza ricorrere a scenari biblici apocalittici e alle profezie di una fine del mondo dei calendari Maya, una cosa è certa: la nostra vita, sia privata, sia professionale, deve necessariamente essere costruita su pilastri molto più solidi e resistenti a qualsiasi fattore esterno, quali etica, deontologia professionale, onestà intellettuale, rispetto, tolleranza, solidarietà, sui quali le nostre coscienze hanno spesso fatto sconti in questa frenetica corsa dietro al business, ai soldi e al potere. 
Sicuramente dopo tutto ciò, ci ritroveremo a doverci rimboccare le maniche per ricominciare a costruire; ma è auspicabile che ciascuno di noi, dopo essersi fatto un bel bagno di umiltà, affronti la propria vita in modo diverso, con un orizzonte più ampio, uno sguardo a 360 gradi, non accecato dalla miopia del proprio singolo interesse, delle proprie ottuse certezze, ma con maggiore attenzione e rispetto verso tutto ciò che ci circonda e tutte le persone che ci sono intorno. 
Non è buonismo, ma potrebbe essere una strategia vincente per vivere meglio.