NOVITA'
di Maria Lanzetta
Il 6 maggio è stata celebrata la giornata mondiale della
password. Un’idea abbastanza singolare lanciata da Intel nel 2013 e che viene
collocata solitamente il primo giovedì di maggio. La ragione che ha dato vita a
questa iniziativa, nasce dalla constatazione che molti di noi non hanno ancora
raggiunto la consapevolezza, che la password rappresenti per la nostra vita
molto di più di una serratura di una porta blindata. In realtà essa è diventata lo strumento indispensabile per
salvaguardare i nostri beni materiali e immateriali. Pertanto non avere una
password sicura equivale ad avere una porta di ingresso che si apre con uno
spintone, con la differenza che il furto che ne può derivare non si limita ai
gioielli o ai contanti presenti in casa in quel momento, ma può trasformarsi in
una sottrazione totale del proprio capitale, sia in termini economici sia in
termini di proprietà intellettuale, oltre a essere una pesante violazione dei
tuoi spazi privati, anche emotivi.
La realtà è che il grande mondo del web, del cloud e dell’intelligenza
artificiale ci rende ogni giorno sempre più vulnerabili, perché ad esso
affidiamo i nostri dati, le nostre informazioni, i nostri bisogni, le nostre
passioni ed emozioni, esponendo potenzialmente le nostre ricchezze e talenti,
ma anche le fragilità e i nostri “talloni di Achille”.
Allora ci rendiamo conto che le nostre vite sono in mano a
una sequenza di elementi alfanumerici, la cui combinazione fra loro quanto più è bizzarra e improbabile, tanto più ci metterà
al sicuro!
Per molti di noi – io sono fra questi - le password
sono un vero e proprio incubo, perché le dimentichiamo oppure le scriviamo e ci
dimentichiamo dove le abbiamo scritte, le confondiamo, le risettiamo, le ricreiamo e spesso
esasperati finiamo per ricorrere a parole banali e intuibili, o a utilizzare la
stessa password per tutti gli accessi. Ma se ci pensiamo, nella vita quotidiana,
quante chiavi abbiamo? Tante, ovviamente tutte diverse fra loro e, a seconda
della funzione che svolgono, sono fatte in maniera più o meno complessa: la chiave
del lucchetto della bici di seconda mano non sarà certo come quella della porta
blindata del proprio appartamento!
Allora l’utilizzo della password e il relativo livello di
sicurezza, che andremo a applicare, deve seguire la stessa logica che adottiamo
per le chiavi “fisiche” … in fondo sì, ci può capitare di perdere delle chiavi,
ma non succede spesso dal momento che ci mettiamo la dovuta attenzione, e
quando succede corriamo subito a cambiare serratura.
Visto che abbiamo scelto – più o meno liberamente - di vivere in un mondo interconnesso, il nostro
atteggiamento verso la password dovrà essere, di conseguenza, lo stesso che
abbiamo sempre avuto verso il “fatidico” mazzo di chiavi.
Buona Password a tutti!