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giovedì 12 ottobre 2023

INDUSTRIA 5.0: COSA È E COME CAMBIERÀ LE STRATEGIE AZIENDALI

TECNOLOGIA

di Maria Lanzetta

Mentre per molte aziende, l’Industria 4.0 rappresenta ancora il passo successivo delle proprie strategie, un nuovo paradigma produttivo sta prendendo piede, a completamento e superamento dell’attuale modello, che punta su sostenibilità, resilienza e approccio human-centric per abilitare la cooperazione uomo-macchina

L'evoluzione delle tecnologie industriali è passata da diverse fasi nel corso della storia, a partire dalla prima rivoluzione industria, caratterizzata dall'avvento della macchina a vapore, fino a oggi con l'Industria 4.0, che ha portato con sé l'automazione e la robotica, l'IoT nelle fabbriche, il cloud, i big data, la produzione additiva, la simulazione, la realtà virtuale e aumentata, l’intelligenza artificiale, il machine learning e molto altro. Oggi però siamo già al ‘next step’ e un'altra trasformazione epocale si sta delineando: l'Industria 5.0. Questo nuovo paradigma rappresenta un'ulteriore rivoluzione industriale che combina le potenzialità dell'automazione avanzata con la creatività umana, aprendo la strada a una produzione altamente personalizzata, sostenibile, innovativa, ma soprattutto human-centric. In effetti, L'I 5.0 è un concetto che integra nell'ambiente produttivo le tecnologie digitali avanzate con il potenziale umano, e se l'Industria 4.0 ha visto la nascita di fabbriche intelligenti, dove macchine e sistemi comunicano e collaborano tra loro, l'Industria 5.0 spingerà ulteriormente questa collaborazione, introducendo la dimensione umana in modo più profondo e capillare. In questa nuova era le persone interagiranno quotidianamente con macchine intelligenti, portando il proprio valore aggiunto insostituibile, in termini di creatività, intuizione e competenze.

Cos’è l’Industria 5.0?
Il concetto di Industria 5.0 è relativamente nuovo e secondo la Commissione Europea, fornisce una visione dell’industria che va oltre l’efficienza e la produttività come unici obiettivi, mentre rafforza il ruolo e il contributo dell’industria alla società, ponendo il benessere del lavoratore al centro del processo produttivo, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, per garantire prosperità, occupazione e crescita, nel rispetto del pianeta. Andando oltre l’approccio dell’Industria 4.0, l’I 5.0 mette la ricerca e l’innovazione al servizio della transizione verso un’industria europea sostenibile e resiliente, incentrata sull’uomo. In altre parole, nella sua essenza, l’Industria 5.0 sposta l’attenzione dal valore economico a quello sociale, focalizzandosi non più e non solo sul welfare aziendale, quanto sul benessere dell’individuo.
Ora, fermo restando che già da qualche tempo si sente parlare di responsabilità sociale delle imprese e di ESG (Environmental, Social, Governance), mettere le persone e il pianeta, piuttosto che i profitti e la crescita, al centro del concetto stesso di industria è il vero grande elemento di novità che caratterizza questo nuovo trend, e mai prima d’ora abbiamo visto un’enfasi così forte sulla ridefinizione degli obiettivi fondamentali dell’industria del futuro.
L’attenzione al valore sociale e al benessere si inserisce in uno sviluppo che sta prendendo slancio negli ultimi anni, in particolare nell’era post-Covid che ha inevitabilmente portato a una revisione degli obiettivi e delle priorità sociali, economiche e individuali.  L’idea di Industria 5.0, pertanto, non si limita al mondo manifatturiero in senso stretto, ma si applica a ogni settore e organizzazione, e questo significa che la sua applicabilità è considerevolmente più ampia rispetto all’Industria 4.0; di conseguenza, quando si parla delle implicazioni di questo nuovo paradigma in termini di strategia, dobbiamo adottare una prospettiva più estesa, applicabile a tutti i settori economici e sociali.

I tre pilastri dell’Industria 5.0
I cardini su cui si fonda questo nuovo modello industriale possono essere sintetizzati, sostanzialmente, in tre punti salienti, ovvero strategia incentrata sull’uomo che promuove talenti, diversità ed empowerment, ovvero restituire alle persone il completo controllo del proprio contesto sociale, professionale, privato, economico e finanziario, con consapevolezza e autonomia.  Secondo questo approccio, il cambiamento più importante sta nel considerare le persone non più come ‘mezzo’, piuttosto come ‘obiettivo’: ciò si traduce in uno spostamento di prospettiva che non mette più gli individui al servizio delle aziende, quanto piuttosto le aziende al servizio degli individui. Questo è davvero un cambiamento radicale, in linea con gli attuali trend che caratterizzano il mercato del lavoro, e infatti in molti settori trovare, fidelizzare e mantenere i talenti è diventata una sfida molto più grande che trovare, fidelizzare e mantenere i clienti. Dunque, se si va in tale direzione, le strategie aziendali devono essere necessariamente ripensate; lo stesso Michael Porter, la voce più autorevole a livello mondiale in materia di economia, strategie aziendali e marketing, sostiene che se le organizzazioni vogliono essere veramente incentrate sull’uomo, la prima implicazione è che esse devono mirare a “ottenere un vantaggio competitivo e utilizzarlo per creare un valore aggiunto unico per i dipendenti” (cit).
Il secondo pilastro  dell’Industria 5.0 è rappresentato da una strategia resiliente e agile con tecnologie flessibili e versatili. Come viene evidenziato dalla Commissione Europea, dopo il Covid-19, la carenza globale di forniture e la guerra in Ucraina, sono in pochi a non essere d’accordo sul fatto che la resilienza sia fondamentale, oggi e in futuro, tuttavia anche questo è un cambiamento più profondo di quanto potrebbe sembrare. In effetti, sebbene agilità e flessibilità siano già da tempo tra le priorità aziendali, questo non necessariamente si traduce in una maggiore resilienza, dal momento che, ad oggi, il business è in gran parte ancora guidato da una logica di efficienza e di ottimizzazione dei profitti. Affinché la resilienza diventi davvero uno degli assi portanti dell’Industria 5.0, è necessario che i focus primari delle strategie di un’impresa, non siano più la crescita, il profitto e l’efficienza, quanto piuttosto la capacità di creare un’organizzazione in grado di anticipare, reagire, imparare in modo tempestivo e sistematico da qualsiasi crisi e, quindi, garantire prestazioni stabili e sostenibili. E arriviamo, così, al terzo cardine, appunto una strategia sostenibile: alla luce delle reali e giustificate preoccupazioni ampiamente condivise sul cambiamento climatico, il concetto di sostenibilità non ha certo bisogno di presentazioni, ma anche in questo caso stiamo parlando di un trasformazione radicale di paradigma. Infatti, finora, tutte le iniziative aziendali rivolte alla sostenibilità si sono concentrate in gran parte sulla riduzione e la minimizzazione dei danni o sul greenwashing, ovvero un ecologismo di facciata. In realtà, integrare pienamente la sostenibilità nella strategia di un'organizzazione, comporta molto di più di quanto si si stia facendo attualmente e, piuttosto che limitarsi a ridurre l’impatto negativo di un’azienda sull’ambiente, è necessario concentrarsi invece sull’aumento dell’impatto positivo che questa può generare, con la finalità di rendere davvero il nostro mondo un posto migliore. In altre parole, la strategia sostenibile nell’Industria 5.0 si basa sul presupposto che le aziende diventino parte della soluzione, invece che parte del problema.


Caratteristiche e tecnologie chiave dell'Industria 5.0
Ora, alla luce di tali premesse, è interessante capire nel concreto quali sono le caratteristiche che connotano questo nuovo modello produttivo e quali sono le tecnologie che lo abiliteranno. Partiamo dalla collaborazione uomo-macchina: l'Industria 5.0 mira a creare un ambiente in cui le macchine collaborino attivamente con gli esseri umani. Quindi se, da una parte le macchine svolgono compiti ripetitivi, tediosi e, talora, pesanti, dall’altra gli esseri umani possono concentrarsi su attività che richiedono pensiero critico, risoluzione dei problemi e creatività, valorizzando quindi l’individuo in tutte le sue capacità, competenze e potenzialità. Per questo, l'uso della robotica avanzata avrà un ruolo cruciale per aumentare, in modo significativo, l'automazione dei processi industriali e la collaborazione tra robot e operatori umani. Da qui la necessità di sviluppare sistemi cognitivi sempre più sofisticati, basati su AI e apprendimento automatico continuo, così che le macchine possano imparare costantemente da esperienze passate e da grandi quantità di dati, per migliorare le prestazioni e la qualità, per adattarsi autonomamente alle situazioni e per prendere decisioni in tempo reale. In tal senso, l’IoT avrà sempre più un ruolo fondamentale per collegare in modo intelligente macchine, prodotti e sistemi, consentendo il monitoraggio e il controllo real time. Questa collaborazione potrà avvenire in modo sicuro grazie a sistemi di sicurezza avanzati, e la cyber security diventerà una priorità assoluta per proteggere infrastrutture e dati.
Anche la produzione su misura è una caratteristica fondamentale dell’Industria 5.o, perché consentirà la realizzazione di prodotti fortemente personalizzati e adattati alle esigenze individuali,  ciò implica il fatto che le fabbriche diventino altamente flessibili e agili, proprio per adattarsi velocemente alla domanda dei vari mercati e alle esigenze dei singoli clienti; in quest’ottica, la stampa 3D avanzata rappresenta un elemento chiave nella produzione personalizzata e  la creazione di componenti complessi in modo rapido ed efficiente. Inoltre, attraverso reti di produzione decentralizzate sarà possibile collegare tra loro le singole unità di produzione abilitandone interazione e collaborazione. Ma la tecnologia che ‘la farà da padrone’ nell’Industria 5.0 sarà la blockchain, la quale, secondo un principio di trasparenza e sicurezza, permetterà la tracciabilità completa dei prodotti lungo l'intera catena di approvvigionamento, garantendo la qualità e l'origine.
Queste diverse tecnologie e applicazioni, che oggi sono ancora agli albori e stanno iniziando gradualmente a prendere piede, diventeranno elementi di routine nell’imminente era dell’Industria 5.o. Stiamo, dunque, parlando di un modello produttivo assolutamente innovativo e rivoluzionario che avrà come punti di forza l'integrazione - sia verticale tra settori differenti, sia orizzontale tra aziende diverse - per tendere a una maggiore efficienza della produzione e della supply chain , e la condivisione di abilità e competenze, in un’ottica di massima ottimizzazione delle risorse.

Cosa aspettarsi nel prossimo futuro
Proprio come il modello dell'Industria 4.0 ha richiesto alle aziende di uscire dalla loro comfort zone, per vivere con slancio la trasformazione digitale, l’ingresso nella quinta era industriale richiederà apertura mentale, lungimiranza e disponibilità ad affrontare un cambiamento radicale nell’approccio alla produzione: con una visione equilibrata e una pianificazione strategica ponderata, l'Industria 5.0 ci proietterà in un futuro dirompente nel quale l'innovazione e il progresso si fondono armoniosamente con la creatività umana. Non si tratta di un concetto ‘romantico’ dell’industrializzazione, quanto piuttosto di un modello secondo cui, quando tutto funziona in armonia, è possibile realizzare prodotti personalizzati, di alta qualità, più velocemente e a un costo inferiore come non mai, per rispondere ai bisogni dell’individuo e nel rispetto dell’ambiente. La tecnologia è a supporto delle persone e il suo impiego deve essere finalizzato a migliorare la nostra vita; per questo l'Industria 5.0 non è solo una rivoluzione guidata dall’innovazione, ma anche e soprattutto un movimento all’insegna di nuovi valori. Idealmente, spingerà il settore manifatturiero verso un futuro in cui il rispetto e la considerazione per l'ambiente e la centralità delle persone rappresenteranno i veri driver del mercato. Pertanto, mentre ci avviciniamo a questa nuova era, è fondamentale che le aziende, i governi e la società nel suo complesso si preparino adeguatamente per cogliere appieno i benefici di questa radicale trasformazione e affrontarne le sfide in modo proattivo e virtuoso.

Fonti: Forbes, europa.eu, Confindustria.it, ScienceDirect, “On Competion” – new edition di Michael Porter.

pubblicato su NewsImpresa settembre 2023