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mercoledì 1 settembre 2021

LE NUOVE SFIDE NEL SETTORE DELLA MOBILITÀ: DALL’ERA MECCANICA A QUELLA ELETTRICA

TECNOLOGIA


di Maria Lanzetta

Ormai sono numerosi gli studi che confermano un dato allarmante evidenziato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS): l’inquinamento atmosferico uccide circa 7 milioni di persone all’anno in tutto il pianeta, soprattutto a causa delle emissioni di anidride carbonica che ormai quasi ovunque superano i limiti previsti. 

Ma quali sono i principali responsabili delle emissioni di CO2? Industria, consumi energetici domestici e trasporto, in modo particolare quello su strada: i veicoli “tradizionali” risultano essere il mezzo più inquinante in assoluto.  La conferma di questo è il dato di fatto che durante il lockdown, quando tutti eravamo chiusi in casa, la qualità dell’aria era nettamente migliorata. Ma forse questo ormai lo sappiamo da un po’: non avevamo certo bisogno del Covid per accertarlo! Eppure, ancora non siamo arrivati a una svolta risolutiva, per quanto poi già da diversi anni si è compreso che una delle soluzioni per ridurre l’inquinamento atmosferico e le emissioni di gas serra è rappresentata dai veicoli elettrici, una tecnologia che potrebbe portare a importanti sviluppi futuri per la creazione di un mondo più sostenibile, ma su cui ci sono ancora diverse questioni aperte, fondamentalmente legate ai costi finora molto alti, all’autonomia – in termini di durata e ricarica delle batterie - del veicolo stesso e, forse, a una certa resistenza da parte della stessa industria automobilistica con relativi OEM e fornitori.

Indubbiamente l’industria dell’auto ha subito, negli ultimi dieci anni, una mutazione profonda: una certa sensibilizzazione al problema della sostenibilità ambientale, del riscaldamento globale e una nuova attenzione verso uno stile di vita più sano ha portato l’uomo, se non proprio a fare a meno dell’auto, a metterne in discussione l’utilizzo, tendendo a ridurlo e a cercare soluzioni alternative. Possedere un auto di grande cilindrata con un motore “rombante”, non è più uno status symbol, come lo è stato negli ultimi tre decenni scorsi. Quindi, necessariamente il mercato dell’automotive deve reinventarsi e riproporsi in maniera innovativa, puntando sia sulla creazione di veicoli efficienti e alternativi, sia su un modello di business diverso (pensiamo, per esempio, al car sharing). L’industria automobilistica si trova, dunque, di fronte a sfide e opportunità in termini di innovazione tecnologica senza precedenti, se sarà capace di interpretare i cambiamenti e i nuovi bisogni della società.

Questo stravolgimento epocale evidenzia la necessità di migliorare i sistemi di progettazione e i processi di ingegneria attuali che, di fatto,  sono il risultato di cento anni di evoluzione del settore automobilistico; richiede nuovi strumenti in grado di lavorare in sintonia con le attività di produzione e i fornitori per garantire maggiore qualità, sicurezza e affidabilità per i nuovi veicoli.

Che ne sarà di tutte le aziende che fino ad ora hanno ruotato intorno al mondo dell’automobile?

Le vetture elettriche possiedono molti meno componenti rispetto a quelle a carburante e richiedono meno lavoro manuale. Tutto ciò che oggi i meccanici offrono agli automobilisti, non servirà più alle auto azionate da energia elettrica, saranno aboliti il grasso lubrificante, i filtri del motore, la sostituzione delle candele o il semplice cambio dell’olio.

Non esisterà più il concetto del “portare la macchina dal meccanico”, quanto piuttosto quello di andare presso centri specializzati che forniranno servizi, eseguiranno aggiornamenti di software e installazioni di nuove App e, certo, si occuperanno della sostituzione degli pneumatici, ma in generale cambiano completamente le competenze richieste, approccio e metodologia di intervento.

Cosa succederà, dunque, alla vasta filiera di OEM e fornitori  che fino ad oggi hanno sviluppato e fornito tutta la complessa componentistica legata all’auto?

La risposta è fin troppo ovvia: o soccombono o si reinventano.
Si tratta, infatti, di una modificazione quasi genetica, uno vera e propria mutazione del DNA dell’auto!

A questo riguardo l’ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) è andata ad analizzare  i cinque domini propri dell’industria dell’automobile - powertrain, telai, interior, exterior  ed elettronica – per poter tracciare una possibile evoluzione di questi ambiti nei prossimi dieci anni.  Quello che emerge in maniera chiara è la netta  discontinuità rispetto al passato in ambito powertrain, in quanto più dell’85% dei componenti diventerà obsoleto, anche in considerazione del fatto, come si è detto, che la vettura elettrica ha un numero di componenti decisamente inferiori rispetto a quella tradizionale (si passerà da 1400 componenti a 200 circa), in compenso verranno introdotte nuove  piattaforme completamente integrate per la trasmissione. Ancora, alcuni componenti tradizionali dovranno necessariamente subire un’evoluzione, quali i sistemi di raffreddamento e trasmissione, per rispondere ai nuovi requisiti richiesti dalla configurazione ibrida e dalle batterie. Nei veicoli ibridi, per esempio, lo stesso motore a combustione interna deve essere ridotto di dimensioni, mentre le diverse parti delle vetture quali ruote, pneumatici, freni, sospensioni devono essere in linea con le nuove caratteristiche dei veicoli elettrici. Allo stesso tempo, verranno introdotti nuovi componenti quali appunto batteria elettrica - cuore pulsante delle automobili full electric -, elementi elettronici vari e, ovviamente, motore elettrico, con degli standard tecnologici più sofisticati.

Indubbiamente, la connettività della vettura rappresenterà un fattore chiave e abilitante delle nuove funzionalità del veicolo; questo determinerà una significativa evoluzione delle caratteristiche della plancia e dei comandi in termini di Human Machine Interface, di accesso alle informazioni necessarie per la guida autonoma, di centraline molto più efficienti nella capacità di elaborare i dati in tempo reale e di interazione attraverso il cloud, oltre a un forte focalizzazione sulla cyber security e relativi sistemi antifurto “smart”.  Le vetture del prossimo futuro, inoltre, saranno sempre più dotate di sensori, videocamere e radar che permetteranno notevoli livelli di autonomia e di controllo del veicolo stesso, a costi sempre più accessibili.
Un altro aspetto estremamente importante è legato all’esperienza a bordo, infatti il crescente interesse da parte degli utenti verso la guida autonoma, spinge gli OEM verso l’ottimizzazione degli stessi  interni che dovranno essere pensati per soddisfare le esigenze dei conducenti e dei passeggeri durante il viaggio, progettando veicoli a configurazione variabile, a seconda del tipo di utilizzo e di utilizzatore del veicolo. In tutto ciò, il ruolo del software sarà nevralgico e rappresenterà l’elemento differenziatore tra i vari OEM, in quanto è quello che va a influire molto sull’esperienza a bordo. 

Come conseguenza di tutto ciò inoltre, come si accennava all’inizio, l’avvento del veicolo elettrico determinerà la nascita di nuovi servizi quali per esempio sistemi di ricarica rapida, soprattutto nell’ottica di lunghe percorrenze, o di riciclaggio delle batterie, dando così vita a nuovi mercati.

Quindi, alla luce di quanto emerge dalle diverse analisi e studi di mercato, è evidente che questa svolta epocale nell’industria dei trasporti, che vede una progressiva transizione dalla meccanica all’elettrico, può rappresentare una grande opportunità per molte aziende – a tutti livelli – in questo settore: tutto sta nel decidere di affrontare il cambiamento senza esitazioni, avendo la capacità di reinventarsi, innovarsi, acquisendo nuove competenze,  ampliando i propri orizzonti e adottando nuovi modelli di business.

Lo stesso articolo è stato pubblicato anche su NewsImpresa - MindUp Pentaconsulting