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martedì 23 maggio 2023

L'AZIENDA SOSTENIBILE

SCENARIO

di Maria Lanzetta

La sostenibilità è attualmente uno degli argomenti più di tendenza, ma sebbene se ne parli sempre più spesso e nei contesti più disparati, siamo ancora lontani dall’adozione di un modello di sostenibilità virtuoso, sia nella vita privata sia nel lavoro. Per quanto siano sempre di più le aziende che stanno incominciando a sentire l’impellenza di uno sviluppo sostenibile, la strada da percorrere è ancora lunga.

Sette anni non sono molti e gli obiettivi definiti all’interno dell’Agenda 2030 dall’ONU sono tanti e ambiziosi, il tempo è poco e c’è ancora molto da fare. Oggi, intraprendere un percorso verso la sostenibilità non rappresenta più soltanto una scelta di vita, ma significa attuare un cambiamento radicale necessario, se teniamo alla nostra sopravvivenza e a quella dell’intero pianeta. Di fatto, essere sostenibili è diventato per le aziende una priorità e un elemento imprescindibile nella propria strategia che, se ben implementata, può generare indiscutibili vantaggi sia in termini di benessere aziendale – a beneficio dell’efficienza e della produttività -, sia in termini di percezione sul mercato e all’interno dell’intero ecosistema in cui un’impresa si colloca. Stiamo parlando di un nuovo modello di business che non solo permetta la sopravvivenza e la prosperità di un’impresa sul lungo termine, ma che sia focalizzato sull’ambiente, il benessere individuale, sociale e aziendale, basato su una gestione lungimirante e buone pratiche. Pertanto, non è sufficiente intraprendere iniziative “green” finalizzate soltanto all’efficienza energetica e a ridurre l’impatto ambientale, ma si tratta di adottare un approccio più completo e profondo che consideri il concetto di “sostenibilità” sotto diversi aspetti. Essere un’azienda sostenibile significa, dunque, diventare un’impresa attenta all’ambiente nella sua completezza, il cui obiettivo è quello di garantire uno sviluppo nel rispetto della salute del pianeta, del benessere sociale ed economico delle persone. Ed è su queste premesse che sono stati definiti i criteri ESG (Environmental, Social and Governance), ovvero i parametri di natura ambientale, sociale e di governance, utilizzati per definire strategie aziendali e per fare scelte responsabili a favore dell’ambiente e delle persone: è un nuovo paradigma che coinvolge tutte le diverse aree di un’organizzazione, dall’R&D, alle HR, alla Supply Chain, Operation, Finance e IT.

Sostenibilità aziendale nel concreto
La sostenibilità aziendale si fonda su un insieme di princìpi e di regole, che diventano parte integrante della strategia di un’impresa pensata sul lungo termine. In generale, un’azienda sostenibile, a prescindere dalla sua attività specifica – che sia un’industria manifatturiera o una società di servizi – deve condurre un business rispettoso dell’ambiente e delle persone, pianificando un serie di iniziative concrete, le quali vengono stabilite in base alla dimensione e alla tipologia dell’azienda, al contesto ambientale, sociale ed economico in cui questa opera.
Tanto per cominciare, la prima cosa da fare è tenere sotto controllo i propri consumi energetici e le emissioni di CO2, per rispondere sia agli standard di sostenibilità ambientale ed economica, sia alle richieste di un pubblico sempre più sensibile e attento a questo aspetto,  senza poi contare il risparmio in termini economici che ne deriva. A tale scopo, un’organizzazione deve essere in grado di monitorare costantemente il proprio carbon footprint (impronta di carbonio), ovvero l’indicatore ambientale che ne quantifica l’impatto in termini di emissioni di CO2 dirette o indirette. Per misurare la quantità di gas serra emessi da un’azienda, si fa riferimento alla classificazione degli  “Scope” proposti dal GHG (Greenhouse Gas) Protocol, i quali sono raggruppati in tre categorie: scope 1 relativo alle emissioni dirette derivanti dai vari asset aziendali; lo scope 2 inerente alle emissioni generate da energia elettrica, calore e vapore acquistati da terzi e consumati dall’impresa, lo scope 3 che riguarda le emissioni indirette prodotte lungo la catena del valore, a monte e a valle dell’attività dell’azienda (per esempio, fornitori e clienti).
Alla luce di quanto detto fin ora, puntare sempre più sull’utilizzo di fonti rinnovabili di energia rappresenta un passaggio obbligato: si può partire inizialmente con l’acquisto di certificati di compensazione delle emissioni di CO2 per ridurre il proprio carbon footprint; tali certificati, infatti, attestano la mancata emissione nell’atmosfera di una tonnellata di CO2  e generano dei “crediti di carbonio”, i quali vanno ad abbassare l’impronta di carbonio di un’azienda, dal momento che si ottengono attraverso l’implementazione di progetti finalizzati alla riduzione delle emissioni di gas serra. In una fase successiva, si può passare all’approvvigionamento di energia verde e pulita fornita da gestori specializzati, fino ad arrivare alla produzione in proprio di energia green, attraverso impianti fotovoltaici ed eolici.  In questo senso, una leva strategica è rappresentata dalle comunità energetiche, per cui un’impresa, che ha installato un impianto fotovoltaico sul proprio stabilimento, può condividere l’energia prodotta, vendendo quella in eccesso all’interno di una rete di utenti, che possono essere privati cittadini, enti, esercizi commerciali e produttivi; in questo modo, tra l’altro, un’organizzazione si crea un’ulteriore fonte di guadagno e di ritorno degli investimenti.
Un altro aspetto cruciale riguarda la mobilità e gli spostamenti, che incidono pesantemente sulle emissioni inquinanti legate alle varie attività aziendali. Per questo è fondamentale adottare una mobilità sostenibile che preveda, per esempio, l’uso di auto aziendali ibride o elettriche, oppure introdurre il car pooling e il bike sharing, così come incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico, magari creando delle convezioni per tariffe agevolate con le società di trasporto urbano, suburbano e tra città. A tale riguardo, è altrettanto importante ottimizzare le trasferte lavorative e, lì dove possibile, sostituire meeting in presenza con quelli a distanza, così come adottare una modalità di lavoro ibrida che contempli smart working e presenza in ufficio.
Oltre alla diminuzione delle emissioni di gas serra, altre iniziative estremamente concrete, a favore della sostenibilità aziendale, consistono nella riduzione del consumo d’acqua, nello smaltimento corretto dei rifiuti aziendali, nell’utilizzo quanto più possibile di materiali riciclati e riciclabili. In effetti, in una logica green, una ruolo decisivo è rappresentato dall’impiego di soluzioni circolari, che permettono di allungare il ciclo di vita di materiali e prodotti, progettati in modo tale che siano riutilizzabili anche in altri campi applicativi, facilmente riparabili, ritardandone la sostituzione e lo smaltimento. Entrando, poi, nello specifico dell’ambito manifatturiero, è importantissimo ai fini produttivi, utilizzare materiali a basso impatto ambientale e dotarsi di certificazioni che attestino la provenienza sostenibile delle materie prime.

Un tassello fondamentale all’interno di una strategia green è rappresentato dall’edilizia sostenibile. In effetti, secondo la direttiva europea sul rendimento energetico nell’edilizia (EPBD), sembrerebbe che gli edifici siano responsabili di circa il 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO2 nell’UE. In quest’ottica, è indispensabile monitorare e ottimizzare l’utilizzo dei sistemi di riscaldamento e di raffreddamento degli ambienti, così come l’impiego di energia (soprattutto nel caso di aziende di produzione): a tale scopo oggi è possibile avvalersi di tecnologie, quali i software BEMS (Building Energy Management System), che consentono la gestione e il monitoraggio automatizzati dell’approvvigionamento energetico degli edifici, ottimizzandone il consumo. A ciò si aggiunge l’adozione di prassi virtuose come, per esempio, prediligere gli open-space e minimizzare gli uffici singoli, ottimizzando così l’utilizzo di aria condizionata, di sistemi di riscaldamento e dell’illuminazione. Inoltre, l’impiego di vetrate come separatori degli ambienti – al posto di strutture in muratura e cartongesso – consente di sfruttare meglio la luce naturale e di diminuire il ricorso all’illuminazione artificiale. Infine, favorire quanto più possibile spazi verdi intorno agli edifici, permette di preservare la flora e contribuisce a creare un ambiente più salubre, a beneficio della salute dei dipendenti e collaboratori.

I vantaggi per un’azienda sostenibile
I benefici che le imprese possono ottenere grazie all’adozione di un modello di business sostenibile, sono numerosi e soprattutto tangibili, a partire dalla riduzione dei costi; si consideri, infatti, che migliorare l’efficienza energetica aziendale può garantire un risparmio fino al 40% , permettendo di ottimizzare i vari processi senza impattare sulla produttività, rispettando il comfort dei dipendenti e della vita aziendale. Va da sé che tutto questo porta a una crescita dei profitti e a un aumento della redditività; esiste, infatti, una stretta correlazione tra le strategie ambientali e gli obiettivi finanziari: è attestato che le aziende, maggiormente impegnate sul fronte della sostenibilità, ottengono un rendimento fino a due volte superiore rispetto alla media. Inoltre, la creazione di piani innovativi, finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica e alla riduzione dell’impatto ambientale, è diventato un importante criterio di valutazione aziendale, senza poi contare le agevolazioni economiche e gli incentivi fiscali che il governo sta mettendo a disposizione delle imprese,  per renderle più sostenibili. Nello specifico, nella Legge di Bilancio 2021 è stata introdotta una misura fiscale che mira a premiare tutti gli investimenti nell’ambito dell’industria 4.0 e di tutte le tecnologie a basso impatto ambientale. Ancora, quelle organizzazioni che adottano una strategia basata sulla sostenibilità, riescono ad attrarre risorse più valide e fidelizzarle nel tempo, con conseguenti vantaggi occupazionali. In effetti, la CSR (Corporate Social Responsability), che comprende anche la promozione di una cultura sostenibile all’interno di un’impresa, rappresenta un elemento strategico indispensabile per accrescere produttività e motivazione nei collaboratori, oltre a rendere l’azienda più appetibile sul mercato del lavoro. Infine, vanno considerati i vantaggi sulla concorrenza, dal momento che sempre più i consumatori tendono a preferire prodotti ottenuti attraverso un utilizzo consapevole ed efficiente di energia e realizzati con materiali a basso impatto ambientale, soprattutto a parità di prezzo e qualità.  E questo mette in una posizione di leadership tutte quelle imprese che adottano strategie e criteri sostenibili all’interno del loro processo produttivo.

E’ evidente, quindi, che la sostenibilità rappresenti un elemento nevralgico nella strategia operativa delle diverse organizzazioni, sia per la loro sopravvivenza e prosperità, sia come vantaggio competitivo. Di fatto, l’adozione di un modello di business sostenibile, oltre a rappresentare un forte segnale di innovazione che si ripercuote positivamente sui profitti e sul brand, è diventata una questione di vitale importanza, non più procrastinabile; non si sta parlando di qualcosa “nice to have”, ma di un imperativo a cui non ci si può più sottrarre, e alle aziende non resta che muoversi velocemente in questa direzione.

L'articolo è stato pubblicato a maggio su NewsImpresa