SCENARIO
di Maria Lanzetta
Se pensiamo a tutte le rivoluzioni scientifiche e tecnologiche di quest’ultimo millennio, sembrerebbe davvero che l’uomo sia in grado di dominare l’universo: dalle rivoluzioni nel campo medico, all’ esplorazione nello spazio, la robotica, l’IOT, l’elenco sarebbe davvero lungo. Poi un giorno arriva un microessere, battezzato COVID-19 e paralizza il pianeta, mette spietatamente l’uomo di fronte ai propri limiti, in un’epoca in cui tanti di noi sono presi da manie di onnipotenza.
Business
plan, obiettivi, gantt, grafici e proiezioni in questo nuovo
scenario perdono completamente di valore, gridando in tutta la
loro inconsistenza, che non tutto è nelle nostre mani, per
quanto ci si consideri efficienti e performanti.
Molti di
noi, in questa frenetica corsa dietro al business, ai
guadagni, ai numeri, hanno completamente perso il senso
della misura, dell’etica e hanno totalmente abdicato alla
capacità di guardare oltre, arroccati sulle proprie certezze,
con la propria presunzione e arroganza.
Poi è
arrivato un virus, non contemplato nei nostri business plan, nei
nostri forecast e nei nostri grafici e ci ha messo tutti con
le spalle al muro. Tutti indistintamente, manager e subordinati,
ricchi e poveri … fighi e sfigati.
Senza scadere
in una retorica scontata, senza ricorrere a scenari biblici
apocalittici e alle profezie di una fine del mondo dei
calendari Maya, una cosa è certa: la nostra vita, sia privata, sia
professionale, deve necessariamente essere costruita su
pilastri molto più solidi e resistenti a qualsiasi fattore
esterno, quali etica, deontologia professionale,
onestà intellettuale, rispetto, tolleranza, solidarietà, sui quali
le nostre coscienze hanno spesso fatto sconti in questa frenetica
corsa dietro al business, ai soldi e al potere.
Sicuramente
dopo tutto ciò, ci ritroveremo a doverci rimboccare le maniche per
ricominciare a costruire; ma è auspicabile che ciascuno di
noi, dopo essersi fatto un bel bagno di umiltà, affronti la propria
vita in modo diverso, con un orizzonte più ampio, uno sguardo a 360
gradi, non accecato dalla miopia del proprio singolo interesse, delle
proprie ottuse certezze, ma con maggiore attenzione e rispetto
verso tutto ciò che ci circonda e tutte le persone
che ci sono intorno.
Non è
buonismo, ma potrebbe essere una strategia vincente per vivere
meglio.