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lunedì 13 dicembre 2021

PROPRIETA’ INTELLETTUALE DEL LAVORATORE DIPENDENTE: UN FURTO LEGGITTIMATO!

SCENARIO

di Maria Lanzetta

Sebbene non sia sempre semplice dimostrare l'appropriazione indebita della proprietà intellettuale" come atto illecito, rimane però comunque un'azione moralmente ed eticamente scorretta, anche quando non ci sono gli "estremi legali" per definirla come tale.
In realtà, ahimè, è molto più semplice di quanto si pensi appropriarsi dei talenti altrui e poi attribuirseli a sé stessi.

E’ inoltre immorale e ingiusto che, mentre il riconoscimento all’autore di un determinato progetto avviene - e comunque non sempre accade - una tantum, l’azienda invece sia legittimata ad appropriarsene “a tempo indeterminato”.
Questo è quello che spesso accade nel mondo delle aziende, ma purtroppo in questi casi NON esiste una legislazione che tuteli la proprietà intellettuale del dipendente o ex-dipendente.
La giurisprudenza sostiene infatti che in qualità di rapporto di dipendenza del lavoratore verso l’azienda, qualsiasi attività nuova frutto dell' ”inventiva” del dipendente diventa proprietà dell’azienda stessa, salvo riconoscerne l’autore. Di fatto questo non succede quasi mai, per cui la creatività e il valore aggiunto del singolo viene occultato da una sorta di anonimato, mentre l’azienda continua a ricavarne profitto.
Ritengo che il diritto di autore o copyright su progetti innovativi di lavoratori all’interno di un’azienda – attenzione, non si sta parlando dello svolgimento di una normale attività lavorativa che rientri nelle mansioni del dipendente a qualsiasi livello -, debba essere maggiormente tutelato e salvaguardato.
Infatti le aziende assumono e licenziano, i collaboratori vengono e vanno, si dimettono, scelgo di andare in un’altra azienda, cambiano “maglia” e così come sono obbligati per legge a non portare via il “capitale intellettuale dell’azienda”, allo stesso modo l’azienda dovrebbe smettere di utilizzare la proprietà intellettuale di chi se ne va! Invece, il più delle volte, se ne appropria totalmente e indebitamente, cancellandone completamente “il riconoscimento dell’autore”.
Questo è immorale ed eticamente scorretto da parte dell’azienda e di chi la guida: è un furto a tutti gli effetti. Peccato però che non sia perseguibile per legge!