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mercoledì 3 febbraio 2021

TRE ESEMPI DI VOCI “SCOMODE AL REGIME”, DA METTERE A TACERE IN QUALSIASI MODO E CON QUALSIASI MEZZO

SCENARIO

di Maria Lanzetta

Nel giorno in cui viene comunicata ufficialmente dalle autorità giudiziarie la proroga della carcerazione per altri 45 giorni di Patrick Zaki - per l’undicesima volta dall’arresto del 7 febbraio 2020 -, con sgomento e angoscia mi soffermo a riflettere su come spesso si sia totalmente impotenti di fronte ad abuso di potere, libertà arbitrariamente negata, democrazia uccisa, ingiustizia legalizzata

Patrick Zaki, un anno fa, veniva arrestato presso l’aeroporto del Cairo da alcuni agenti dei servizi segreti egiziani, mentre rientrava a casa per una breve vacanza. L’accusa? Aver tentato  - addirittura - di voler rovesciare il regime al potere, oltre a ad aver scritto la sua tesi di master sull'omosessualità, master che stava svolgendo con successo presso l’Università di Bologna. Questo perché in realtà? Facciamo un salto indietro: in occasione delle elezioni presidenziali egiziane del 2018, Patrick Zaki era stato uno degli organizzatori della campagna elettorale di Khaled Ali, avvocato ed attivista politico impegnato nella difesa dei diritti umani, denunciando il clima di intimidazione imposto dal governo egiziano.
Zaki, inoltre, aveva fatto parte dell'associazione per la difesa dei diritti umani Egyptian Initiative For Personal Rights. 
Patrick soffre di asma e, secondo il suo avvocato – e non stento a crederlo a questo punto - è stato bendato e torturato per 17 ore consecutive con colpi allo stomaco, alla schiena, e con scariche elettriche inflitte dalle forze di sicurezza egiziane. Oltre ad essere stato interrogato circa la sua permanenza in Italia, sul suo presunto legame con la famiglia di Giulio Regeni e sul suo impegno politico, e stato anche minacciato di stupro … se mai un giorno dovesse venire fuori vivo dal carcere, come ne uscirà? 

Ancora, questa mattina mi soffermo inoltre a guardare il servizio del TG  su Alexei Navalny,  condannato a 3 anni e 5 mesi di carcere da un giudice del tribunale distrettuale Simonovsky, riunitosi per l'occasione presso la sede del tribunale di Mosca. Viene, per giunta, accolta la richiesta del Servizio Penitenziario Federale di convertire la pena sospesa in detenzione reale, a causa della presunta violazione dei termini della libertà vigilata!

Mi vengono gli occhi lucidi nel vedere lo sguardo dolce e rassicurante che lui rivolge alla moglie, dopo la pronuncia della sentenza, mentre sulla vetrata della cella e con un gesto delle mani traccia un cuore.
Alexei Navalny è un attivista, politico e blogger russo ed è fra i più noti critici del presidente Vladimir Putin. Leader del partito Russia del Futuro e presidente della Coalizione Democratica, non ha mai fatto mistero di essere fermamente convinto che la Russia dovrebbe trovare un modus vivendi con i Paesi occidentali. 
Lo ricordiamo tutti che lo scorso 20 agosto Navalny  ebbe un gravissimo e misterioso malore da intossicazione, durante un volo da Tomsk a Mosca: l’unica cosa che quella mattina aveva ingerito era stato un tea preso al Vienna Cafè, un bar all’interno dell’aeroporto di Tomsk, prima di salire a bordo dell'aereo. 
Dopo un atterraggio di emergenza venne ricoverato presso l'ospedale di Omsk (Siberia) e lì fu trattenuto per circa 2 giorni, nonostante un aereo dalla Germania fosse pronto per trasportarlo subito al Charité Hospital di Berlino. 
All’Ospedale di Omsk avevano temporeggiato a lungo, dicendo che Navalny non era trasportabile e, solo dopo alcuni giorni, diedero il permesso per il trasferimento in Germania, dove dichiararono che Navalny era stato avvelenato con l’agente nervino Novichok. Lo stesso agente che in precedenza aveva chiuso la bocca definitamente a diverse persone, che si erano dimostrate in opposizione al regime russo. 

Riflettendo su queste due vicende, il mio pensiero va poi alla cinese Zhang Zhan, ex avvocato, diventata successivamente giornalista-cittadina, condannata di recente, a 4 anni di carcere per aver diffuso notizie sull'epidemia di Covid-19 da Wuhan. La sentenza del tribunale di Shanghai, maturata dopo una breve udienza, ha motivato la colpevolezza per aver "creato contrasti e provocato problemi", a seguito delle sue segnalazioni di diverse fatti strani legati a questa "misteriosa polmonite " nella città focolaio del virus.

Zhang Zhan, era già detenuta in carcere dallo scorso maggio con l’accusa iniziale di aver «inviato false informazioni tramite testo e video, attraverso piattaforme come WeChat, Twitter e YouTube».

I suoi reportage da Wuhan si erano fatti notare, perché Zhan era stata tra i primi a dire che qualcosa non andava nella gestione della lotta al virus. Successivamente aveva poi dichiarato apertamente che il Governo aveva taciuto molte informazioni importanti su questa grave infezione da Coronavirus, che poi avrebbe determinato la diffusione di una pandemia planetaria, in cui purtroppo ancora oggi siamo tutti dentro, con tutto quello che fino ad ora ha comportato.
Al momento della sentenza Zhang Zhan era in condizioni di salute preoccupanti, a causa dello sciopero della fame, iniziato a giugno, che ha portato alla alimentazione forzata tramite un sondino nasale. 
E sempre oggi, di fronte all’ennesima caduta di un altro governo, penso, malgrado tutto: “Ma quanto siamo privilegiati noi che, ai giorni nostri, viviamo in un Paese, in cui possiamo parlare ed esprimerci liberamente?” 

…Vi prego non mi venite a dire che forse c’è anche troppa democrazia in Italia o per lo meno, prima di farlo, fatevi due chiacchere, se ci riuscite, con Patrick, Alexei e Zhang