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martedì 21 aprile 2020

DAD, SMART LEARNING E SMART WORKING

SCENARIO

di Maria Lanzetta

Leggendo questo articolo, mi rendo conto che la polemica sterile e gratuita è insita nel DNA dell'italiano medio.

Sono mamma di due adolescenti bolognesi: uno che frequenta il Liceo Scientifico Augusto Righi e il secondo l’ultimo anno delle scuole medie Guinizelli-Carracci dell’Istituto Comprensivo 8. Come sappiamo i ragazzi emiliani, come quelli lombardi, hanno vissuto il loro ultimo giorno di scuola, in senso fisico, esattamente 2 mesi fa: l’ultima volta che sono entrati nelle loro aule è stata il 22 febbraio. Non considerando la prima settimana che sembrava un provvedimento temporaneo, immediatamente i docenti dei miei figli si sono attivati per poter far fronte a questa emergenza: certo inizialmente con qualche difficoltà, con soluzioni improvvisate, facendo appello alla propria creatività e libera iniziativa, poi in modo più strutturato, avvalendosi delle numerose piattaforme di condivisione che la tecnologia del secondo millennio ci mette a disposizione.
Al liceo scientifico Righi il corpo docente, il consiglio di istituto e ovviamente il dirigente si sono dati da fare prontamente per stabilire modalità di lezione, di esecuzione di verifiche e interrogazioni on-line e si sono preoccupati di allinearsi con le famiglie; addirittura c’è chi ha dato anche la propria disponibilità per fare ricevimento “virtuale” con i genitori.
Alle scuole medie Guinizelli – Carracci e, in generale, all’interno di tutto l’Istituto comprensivo 8 (di cui fanno parte anche le scuole elementari Bombicci, citate nell’articolo), è avvenuta più o meno la stessa cosa; qui inoltre, il consiglio di Istituto coordinato dalla dirigente, utilizzando i fondi stanziati dal governo, si è dato da fare, in modo tempestivo, per acquistare tablet e dispositivi da mettere a disposizione di quei ragazzi meno abbienti, in gran parte già consegnati, oltre a supportare gli stessi con le spese per un utilizzo potenziato del WIFI.
E questo credo avvenga in molte scuole italiane.
Per cui in questo momento, oltre a fare un enorme applauso a medici e paramedici, io vorrei dire grazie anche ai molti docenti e dirigenti che si stanno dando un gran da fare per garantire una continuità scolastica ai nostri figli.
A quegli insegnanti, se mai ci dovessero essere (come riporta questo articolo per bocca di sparuti genitori), che ritengono di fare didattica a distanza “solo se vogliono”, vorrei ricordare che loro comunque lo stipendio lo percepiscono in ogni caso, a dispetto di tutti quei lavoratori che sono in cassa integrazione, che devono utilizzare le proprie ferie per un’astensione forzata dal lavoro e, soprattutto, a dispetto di chi il lavoro lo ha perso!