L’Intelligenza Artificiale permea la nostra quotidianità molto oltre la nostra consapevolezza e sarà destinata a diventare sempre più pervasiva nell’esistenza di ognuno di noi. È opportuno, quindi, conoscerne tutte le potenzialità e anche i limiti per poter trarne il massimo vantaggio e sfruttarla in modo virtuoso, sia nella nostra vita privata sia in quella professionale
Immaginare oggi la nostra vita senza il supporto di tutte quelle applicazioni basate sull’Intelligenza Artificiale (AI – Artificial Intelligence) sarebbe come ritornare in un passato molto lontano (che poi così remoto non è) e, verosimilmente, la maggior parte di noi non sarebbe disposta a rinunciare a tutti quegli strumenti che ci assistono in molte azioni quotidiane, basati sull’AI. Pensiamo, per esempio al classico assistente vocale al quale sempre più frequentemente ricorriamo, da Siri, Cortana, Alexa, etc.; oppure ai nostri acquisti su Amazon e sulle diverse piattaforme di e-commerce, che sono in grado di proporci prodotti e articoli sulla base dei nostri comportamenti e delle nostre caratteristiche. Alla stessa stregua, piattaforme quali Netflix o Spotify, ci suggeriscono film o brani musicali in linea con i nostri gusti; medesimo discorso vale per i Social che, in base al nostro profilo o ai post che pubblichiamo e condividiamo, ci propongo contenuti similari o la connessione con persone con le quali potremmo avere delle cose in comune. Insomma, sembrerebbe che tutta la nostra vita oggi sia scandita dall’utilizzo di sistemi, applicazioni e tecnologie basate su AI, con indubbi vantaggi in termini di efficienza. Nonostante questo, però, attualmente l’intelligenza artificiale è percepita ancora come qualcosa di futuristico e ci sono degli ambiti nei quali la sua applicazione presenta ampi margini di miglioramento e di ottimizzazione, in particolare in diversi contesti aziendali.
- Dispostivi, applicazioni e macchinari, basati su intelligenza artificiale, funzionano senza soluzione di continuità e limiti di tempo. Infatti, mentre l’essere umano, in genere, è operativo per 8-12 ore massimo al giorno, i sistemi AI based possono funzionare per una durata di tempo indefinita, senza cali di produttività – fisiologici per le persone -, ovviamente se si dispone di risorse energetiche adeguate e infrastrutture idonee.
- L'intelligenza artificiale genera meno errori, diventa quindi uno strumento di grande efficienza in quei settori in cui l'accuratezza e la precisione sono assolutamente prioritari. Pensiamo, ad esempio, all’ambito produttivo, in cui una produzione sbagliata – il tipico caso dell’errore umano - determina danni significativi in termini economici e organizzativi per l’azienda.
- L'accessibilità: l’intelligenza artificiale può essere ed è alla portata di tutti. In un contesto aziendale è fruibile nei diversi compartimenti e a tutti i livelli: dalla gestione del centralino, all’assistenza clienti, al recruitment, alla produzione e così via. Di per sé, quindi, non richiede competenze particolari se non quelle legate al proprio ruolo e alla propria funzione, che trovano nell’AI un valido supporto nell’esecuzione.
- L'intelligenza artificiale è alleata della sostenibilità perché, digitalizzando molti dei processi aziendali e rendendoli più efficienti, consente di contenerne l’impatto sull’ambiente a tutti i livelli, soprattutto se pensiamo alla produzione e alla supply chain.
Questi che abbiamo elencato sono solo alcuni degli aspetti positivi – probabilmente i più macroscopici - generati dall’utilizzo dell’AI, tuttavia la strada da percorrere è ancora lunga, sia per via di fattori che in qualche modo ne limitano un’adozione più massiva, sia a causa di resistenze e pregiudizi da parte dell’uomo che, talora, si sente quasi minacciato e prevaricato dall’intelligenza artificiale stessa.
In effetti, sebbene tali costi stiano diminuendo e tenderanno progressivamente a scendere, attualmente si stima che per un’implementazione di base di intelligenza artificiale, sono necessari almeno 200.000 euro che, per un’azienda media italiana, rappresenta comunque un investimento importante. Se poi ci spostiamo nell’ambito delle grandi imprese, dove la quantità di dati da elaborare e analizzare è maggiore, i costi lievitano rapidamente.
Indubbiamente esistono degli aspetti di carattere etico, su cui è opportuno fare qualche riflessione, che riguardano il meccanismo decisionale dell’intelligenza artificiale. L’AI, infatti, si fonda su modelli basati esclusivamente su dati e su una serie di correlazione tra essi, ma è proprio su questo punto che l’AI incontra il suo principale limite. Infatti, come sostiene Stefano Quintarelli, esperto di tecnologie informatiche e digitali, i dati descrivono il mondo per com’è e non per come vorremmo che fosse: essi, infatti, ci forniscono un modello di riferimento che viene poi applicato in un ambito specifico. In pratica, la decisione, generata da meccanismi di intelligenza artificiale, si fonda sulla migliore soluzione analitica possibile che, però, non sempre è quella giusta e/o eticamente corretta. Dunque, prendere decisioni, basate esclusivamente su tali modelli, in alcuni casi diventerebbe fortemente pregiudizievole. In effetti, se applichiamo questo concetto in ambito aziendale, si potrebbe rischiare, per esempio, di definire e assegnare ruoli, mansioni e retribuzioni in modo estremamente discriminante.