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lunedì 20 febbraio 2023

INTELLIGENZA ARTIFICIALE: VANTAGGI, OSTACOLI E FALSI MITI

TECNOLOGIA


di Maria Lanzetta

L’Intelligenza Artificiale permea la nostra quotidianità molto oltre la nostra consapevolezza e sarà destinata a diventare sempre più pervasiva nell’esistenza di ognuno di noi. È opportuno, quindi, conoscerne tutte le potenzialità e anche i limiti per poter trarne il massimo vantaggio e sfruttarla in modo virtuoso, sia nella nostra vita privata sia in quella professionale

Immaginare oggi la nostra vita senza il supporto di tutte quelle applicazioni basate sull’Intelligenza Artificiale (AI – Artificial Intelligence) sarebbe come ritornare in un passato molto lontano (che poi così remoto non è) e, verosimilmente, la maggior parte di noi non sarebbe disposta a rinunciare a tutti quegli strumenti che ci assistono in molte azioni quotidiane, basati sull’AI. Pensiamo, per esempio al classico assistente vocale al quale sempre più frequentemente ricorriamo, da Siri, Cortana, Alexa, etc.; oppure ai nostri acquisti su Amazon e sulle diverse piattaforme di e-commerce, che sono in grado di proporci prodotti e articoli sulla base dei nostri comportamenti e delle nostre caratteristiche. Alla stessa stregua, piattaforme quali Netflix o Spotify, ci suggeriscono film o brani musicali in linea con i nostri gusti; medesimo discorso vale per i Social che, in base al nostro profilo o ai post che pubblichiamo e condividiamo, ci propongo contenuti similari o la connessione con persone con le quali potremmo avere delle cose in comune. Insomma, sembrerebbe che tutta la nostra vita oggi sia scandita dall’utilizzo di sistemi, applicazioni e tecnologie basate su AI, con indubbi vantaggi in termini di efficienza. Nonostante questo, però, attualmente l’intelligenza artificiale è percepita ancora come qualcosa di futuristico e ci sono degli ambiti nei quali la sua applicazione presenta ampi margini di miglioramento e di ottimizzazione, in particolare in diversi contesti aziendali.

I vantaggi per le aziende
Per quanto possano sembrare evidenti i numerosi benefici che l'AI è in grado di portare alle aziende, la sua adozione dipende molto dalle caratteristiche della stessa organizzazione, dai suoi obiettivi e, soprattutto, dalla lungimiranza di chi la guida. In effetti, far funzionare l'intelligenza artificiale all’interno di un’impresa richiede tempo, finanziamenti, ma soprattutto una visione sul medio e lungo termine da parte del management con un totale coinvolgimento di tutti gli stakeholder, dal momento che l’AI comporta una vera e propria rivoluzione nelle modalità con cui ogni area di un’impresa opera. Quindi, solo sé sì a disposti a un radicale cambio di paradigma e di mind set, un’azienda può davvero beneficiare degli enormi vantaggi derivanti dall’intelligenza artificiale. Vediamone alcuni: 
L'intelligenza artificiale esegue più velocemente e più facilmente le attività di routine, sollevando le persone da operazioni di tipo ripetitivo, tediose e noiose, decisamente time consuming, automatizzandole a ciclo continuo.
  • Dispostivi, applicazioni e macchinari, basati su intelligenza artificiale, funzionano senza soluzione di continuità e limiti di tempo. Infatti, mentre l’essere umano, in genere, è operativo per 8-12 ore massimo al giorno, i sistemi AI based possono funzionare per una durata di tempo indefinita, senza cali di produttività – fisiologici per le persone -, ovviamente se si dispone di risorse energetiche adeguate e infrastrutture idonee.
  • L'intelligenza artificiale genera meno errori, diventa quindi uno strumento di grande efficienza in quei settori in cui l'accuratezza e la precisione sono assolutamente prioritari. Pensiamo, ad esempio, all’ambito produttivo, in cui una produzione sbagliata – il tipico caso dell’errore umano - determina danni significativi in termini economici e organizzativi per l’azienda.
  • L'accessibilità: l’intelligenza artificiale può essere ed è alla portata di tutti. In un contesto aziendale è fruibile nei diversi compartimenti e a tutti i livelli: dalla gestione del centralino, all’assistenza clienti, al recruitment, alla produzione e così via. Di per sé, quindi, non richiede competenze particolari se non quelle legate al proprio ruolo e alla propria funzione, che trovano nell’AI un valido supporto nell’esecuzione. 
  • L'intelligenza artificiale è alleata della sostenibilità perché, digitalizzando molti dei processi aziendali e rendendoli più efficienti, consente di contenerne l’impatto sull’ambiente a tutti i livelli, soprattutto se pensiamo alla produzione e alla supply chain.

Questi che abbiamo elencato sono solo alcuni degli aspetti positivi – probabilmente i più macroscopici - generati dall’utilizzo dell’AI, tuttavia la strada da percorrere è ancora lunga, sia per via di fattori che in qualche modo ne limitano un’adozione più massiva, sia a causa di resistenze e pregiudizi da parte dell’uomo che, talora, si sente quasi minacciato e prevaricato dall’intelligenza artificiale stessa.

Ostacoli e falsi miti
È fuori dubbio che l’adozione di tecnologie basate su AI comporti ancora dei costi elevati, derivanti fondamentalmente dalle competenze tecniche da acquisire, dalle infrastrutture informatiche (software e hardware) e dalla qualità del dato, la quale tanto più sarà elevata, quanto più la metodologia di raccolta sarà accurata. Tale accuratezza, infatti, dipende molto dalle infrastrutture informatiche a disposizione, che rappresentano la condizione necessaria per lo sviluppo e l’utilizzo di algoritmi di apprendimento automatico affidabili.

In effetti, sebbene tali costi stiano diminuendo e tenderanno progressivamente a scendere, attualmente si stima che per un’implementazione di base di intelligenza artificiale, sono necessari almeno 200.000 euro che, per un’azienda media italiana, rappresenta comunque un investimento importante. Se poi ci spostiamo nell’ambito delle grandi imprese, dove la quantità di dati da elaborare e analizzare è maggiore, i costi lievitano rapidamente.

Una certa resistenza nei confronti dell’intelligenza artificiale deriva dalla convinzione che essa determinerà una riduzione dei posti di lavoro. Una leggenda metropolitana, con il rischio di prendere un grosso abbaglio, perché se è vero che l’AI si sostituisce all’essere umano in quelle mansioni ripetitive e meccaniche, è altrettanto vero che essa permette nuove e più interessanti modalità di lavoro che necessitano dell’intelligenza e della creatività umana. In realtà, quello che è emerso da una ricerca condotta da OCSE, già  nel gennaio del 2021, è che l’intelligenza artificiale offre l’opportunità di integrare e aumentare, piuttosto che sostituire, le capacità dell’uomo. Anzi, sembrerebbe che fino ad oggi, l’introduzione dell’AI nelle aziende abbia creato più posti di lavoro di quelli che ha fatto perdere, dando vita a nuove professionalità e spazio a nuove competenze che consentono una tipologia di attività più stimolante.

Indubbiamente esistono degli aspetti di carattere etico, su cui è opportuno fare qualche riflessione, che riguardano il meccanismo decisionale dell’intelligenza artificiale. L’AI, infatti, si fonda su modelli basati esclusivamente su dati e su una serie di correlazione tra essi, ma è proprio su questo punto che l’AI incontra il suo principale limite. Infatti, come sostiene Stefano Quintarelli, esperto di tecnologie informatiche e digitali, i dati descrivono il mondo per com’è e non per come vorremmo che fosse: essi, infatti, ci forniscono un modello di riferimento che viene poi applicato in un ambito specifico. In pratica, la decisione, generata da meccanismi di intelligenza artificiale, si fonda sulla migliore soluzione analitica possibile che, però, non sempre è quella giusta e/o eticamente corretta.  Dunque, prendere decisioni, basate esclusivamente su tali modelli, in alcuni casi diventerebbe fortemente pregiudizievole. In effetti, se applichiamo questo concetto in ambito aziendale, si potrebbe rischiare, per esempio, di definire e assegnare ruoli, mansioni e retribuzioni in modo estremamente discriminante.

Appare evidente, quindi che l’impiego dell’intelligenza artificiale non può prescindere dal contesto e deve comunque essere guidata dall’uomo e dalla sua capacità di discernimento. Si tratta, dunque, di mettere in atto una strategia di applicazione e implementazione dell’AI strutturata e ponderata, integrando infrastrutture tecnologiche, competenze e buon senso. A quel punto sì che l’intelligenza artificiale può davvero diventare un potentissimo strumento, in grado di garantire a un’azienda un elevato livello di efficienza dei propri processi e di qualità del lavoro dei suoi collaboratori, massimizzando gli investimenti e crescendo in termini di fatturato e competitività.
L’intelligenza artificiale, nel tempo, sarà (in alcuni casi lo è già ora) l’elemento differenziatore per le situazioni di successo. Non resta che incominciare a interessarsene.

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FONTI:
Forbes 9 gennaio 2023
Agendadigitale.eu
The AI business case guide – SAS
Intelligenza artificiale. Cos'è davvero, come funziona, che effetti avrà (ed Bollati Boringhieri) - Stefano Quintarelli