BUSINESS E STRATEGIA
di Maria Lanzetta
Lo scorso novembre ho
avuto il privilegio di partecipare alla due giorni del World Marketing Summit 2020 –
ovviamente versione digital -, un evento
di risonanza mondiale istituito da Philp Kotler, una
delle massime autorità del marketing moderno. Oltre naturalmente all’esclusivo
intervento dello stesso Kotler, è stato possibile accedere a una vasta quantità
di contenuti proposti dai più autorevoli esperti a livello internazionale in
termini di marketing, economia e tecnologia.
In sintesi, Il Design Thinking è una nuova metodologia di
progettazione, caratterizzata da un approccio logico-creativo incentrato sull’utente, che si concretizza in modelli
di processo condotti da team multidisciplinari per la realizzazione di nuovi
progetti, prodotti, servizi, sistemi e modelli di business altamente
innovativi. Di fatto, si configura come un metodo volto alla realizzazione di
soluzioni, attraverso visione e gestione creative, secondo un approccio di
lavoro incentrato sulle persone.
o Creatività: il Design Thinking è
un approccio che fa leva sulla capacità delle persone coinvolte nell’essere
creative ed è, infatti, caratterizzato da strumenti e metodiche che supportano
la generazione delle idee. In termini di marketing si traduce nel dare libero
spazio alla fantasia, alle emozioni e a un “libero sentire”.
o Brainstorming: caratterizzato da fasi
e dinamiche divergenti, in cui si generano innumerevoli nuove idee attraverso
lunghi momenti di confronto e di proposte, non concentrandosi sulla
fattibilità, dando spazio a quanti più pensieri possibili senza preconcetti e
pregiudizi di sorta. In questa fase è assolutamente bandito qualsiasi atteggiamento
“giudicante”.
o User
Contribution: Il
Design Thinking nasce dalla volontà di guardare ai bisogni degli utenti e vuole
essere un aiuto a risolverli. Infatti è fondamentale il ruolo che l’utente
finale ricopre nel processo di innovazione. Qui la capacità di saper
interpretare ii bisogni dell’utilizzatore e vivere l’“esperienza del cliente”
diventa fondamentale.
o Prototipizzazione: essa velocizza il
processo di genesi e consente di comprendere in maniera rapida i punti di forza
e debolezza delle nuove soluzioni da implementare. Questo principio è
strettamente correlato a quello di user contribution: nel Design
Thinking non ci si limita a definire le varie fasi per immaginare un’idea o una
soluzione, ma si arriva alla concreta realizzazione di tale idea mediante la
realizzazione di un prototipo che da una parte consente un allineamento fra
tutte le parti coinvolte nel progetto e, dall’altra, permette una prima fase di
sperimentazione e testing.
o Brainstorming: caratterizzato da fasi
e dinamiche divergenti, in cui si generano innumerevoli nuove idee attraverso
lunghi momenti di confronto e di proposte, non concentrandosi sulla
fattibilità, dando spazio a quanti più pensieri possibili senza preconcetti e
pregiudizi di sorta. In questa fase è assolutamente bandito qualsiasi atteggiamento
“giudicante”.
o User
Contribution: Il
Design Thinking nasce dalla volontà di guardare ai bisogni degli utenti e vuole
essere un aiuto a risolverli. Infatti è fondamentale il ruolo che l’utente
finale ricopre nel processo di innovazione. Qui la capacità di saper
interpretare ii bisogni dell’utilizzatore e vivere l’“esperienza del cliente”
diventa fondamentale.
o Prototipizzazione: essa velocizza il
processo di genesi e consente di comprendere in maniera rapida i punti di forza
e debolezza delle nuove soluzioni da implementare. Questo principio è
strettamente correlato a quello di user contribution: nel Design
Thinking non ci si limita a definire le varie fasi per immaginare un’idea o una
soluzione, ma si arriva alla concreta realizzazione di tale idea mediante la
realizzazione di un prototipo che da una parte consente un allineamento fra
tutte le parti coinvolte nel progetto e, dall’altra, permette una prima fase di
sperimentazione e testing.
Molteplici sono stati
gli argomenti trattati che hanno particolarmente attratto la mia attenzione e
oggi vorrei condividere qui alcuni spunti interessanti relativamente alla
metodologia del Design Thinking, argomento
trattato magistralmente da Mauro Porcini, Chief Design
Officer di PepsiCo. Infatti,
dal mio modesto punto di vista, questa potrebbe essere applicabile in modo del
tutto innovativo ed efficace ai processi di marketing.
Quattro sono i
pilastri che caratterizzano il Design thinking
Un nuovo paradigma, un
nuovo posizionamento
Tale modus operandi fa
emergere concetti fondamentali e princìpi imprescindibili per un marketing
efficace e a beneficio di tutti gli stakeholder: creatività, integrazione, inclusione, approccio olistico, empatia,
centralità dell’essere umano, cultura e sostenibilità. Queste sono tutte leve
indispensabili per far sì che il marketing diventi l’ecosistema ideale, in cui
la concezione e la creazione di un prodotto/servizio sia il risultato di un
contributo multidisciplinare che integri fantasia, emozioni, competenze
tecnologiche, capacità di relazionarsi con il consumatore e saperne
interpretare i bisogni, eccellenza della soluzione proposta attraverso
una grande attenzione alla qualità, capacità di costruire una rapporto di
fidelizzazione che duri nel tempo attraverso collaborazione, confronto e
supporto.
Il processo di Design
thinking, dunque, facilita la realizzazione di un prodotto più sostenibile
sotto ogni punto di vista: ecologico, estetico, sociale nel rispetto degli
altri, intellettuale, funzionale, economico ed emotivo.
In questo modo,
l’opinione diffusa che il marketing debba essere essenzialmente un mero
strumento a supporto delle attività commerciali, potrà virare verso la
riconoscibilità di un servizio a beneficio di tutte le parti coinvolte nell’intero
processo: genesi, acquisizione, realizzazione e utilizzo di un prodotto-servizio a reale valore aggiunto. Un’
attività che richiede impegno, conoscenza e capacità di comunicazione di un
certo livello.
Pubblicato anche su NewsImpresa - Pentaconsulting
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